lunedì 21 dicembre 2009

Il 'vizietto' di D'Alema



Così si intitola l’articolo scritto da Gianfranco Pasquino a commento delle dichiarazioni di Massimo D’Alema, che ha invitato il Pd a non seguire il ‘cattivo esempio’ del Partito d’Azione nel suo eccesso di moralità politica e nel suo rifiuto di ogni compromesso.

In effetti il Partito d’Azione ha pagato nell’immediato la propria intransigenza e ha dovuto cedere il campo ai partiti di massa, che fra trasformismi e ‘inciuci’, sia pure nobilitati sotto la targa di una scelta strategica mirante all’incontro tra masse operaie e masse cattoliche ( ovverosia tra gli apparati dei due partiti numericamente più grossi, reclamanti la rappresentanza esclusiva dei relativi interessi ), denominata ‘compromesso storico’, l’hanno tenuto, consociativamente, fino a quando, al di là di ogni realismo ideologico, di ogni più smagato assunto di realpolitik, la realtà ha imposto a tutti le sue incontrovertibili ragioni, evitabili, soltanto provvisoriamente, con la rinuncia a guardarle in faccia; e quei partiti si sono liquefatti, tanto che per sopravvivere hanno dovuto cambiar pelle e pelo.

Al contrario l’ombra del Partito d’Azione incombe, sempre più spessa e compatta, ad inquietare i sonni di chi a quelle necessità, a quelle ragioni ha voltato le spalle e non ha voluto e si ostina ancora a non prestare ascolto.

Man mano che i democratici logorassero nelle loro logomachie la loro prima popolarità di assertori della libertà, mancando ogni seria rivoluzione politica e sociale, si andrebbero immancabilmente ricostituendo le istituzioni politiche pretotalitarie, e la lotta tornerebbe a svilupparsi secondo i vecchi schemi della contrapposizione delle classi" è scritto nel ‘Manifesto di Ventotene’.

E’, appunto, quanto è avvenuto in Italia, con il progressivo esaurirsi della primitiva spinta innovatrice, di cui il Partito d’Azione fu – e deve tornare ad essere- la principale fonte di energia e di dinamismo.

Da ciò si deduce che il vero realismo non è quello, miope, di chi guarda al futuro sulla base del presente, ma quello di chi sa guardare lontano ed ha la forza di immaginare le trasformazioni necessarie per garantire equilibri non effimeri, nel cambiamento generale della società.

La pelle è cambiata, ma il vizio è rimasto sotto la specie diversa di un compromesso, spacciato per inevitabile, con il cosiddetto ‘Popolo della libertà’, cioè con le schiere di un uomo dalle ambizioni dispotiche e che, impressionati dal consenso che è finora riuscito a raccogliere, si cerca di ammansire tendendogli la mano.

E’ l’errore che i partiti democratici e i ceti medi compirono nei riguardi del fascismo e , a quanto pare, non basta il ricordo delle rovinose conseguenze che quell’errore ha prodotto per impedire che venga ripetuto ancora una volta.

Gianfranco Pasquino è un acuto politologo e siamo felici che, nel suo articolo, dia atto al Partito d’Azione di essere forse l’unico, tra i molti partiti, ad essere rimasto immune dai ‘vizietti’ o dai vizi congeniti della politica italiana; anche se egli sembra considerare quella esperienza come definitivamente conclusa sessant’anni fa e non si spinge ad ipotizzare e ad augurarsi una sua possibile rinascita.

Stranamente il commento di Pasquino compare su ‘ Il Velino’ l’agenzia di Capezzone, che di quel ricordato e stigmatizzato ‘vizietto’ è, insieme a molti altri compagni di strada, una esemplare icona. Forse perché, nel confronto con il modello del Partito d’Azione, può meglio risaltare l’inconsistenza a cui si è ridotta, con poche eccezioni, tutta la sinistra.

Senonché, l’evocazione di quel fantasma di partito 'nuovo', intransigente e determinato, dovrebbe far tremare molto di più chi, sostenendo a- criticamente le ambizioni personali di un uomo, avalla il regresso di civiltà che è in atto da tempo nel nostro paese e che per affermarsi e per durare – finché durerà – ha bisogno del ricorso all’inganno, alla simulazione e alla dissimulazione, all’ambiguità, al cinismo, alla falsa coscienza e alla repressione poliziesca.
_________________
VEE

Nessun commento:

Posta un commento