sabato 30 gennaio 2010

Ricominciare dal territorio


Nelle tredici tesi del Socialismo liberale (1930), Carlo Rosselli afferma, tra le tante questioni, che il socialismo è in primo luogo rivoluzione morale ed in secondo luogo trasformazione materiale, che ha bisogno di idee poche e chiare, di gente nuova, di amore ai problemi concreti e che il socialismo stesso, in quanto alfiere dinamico della classe più numerosa, misera, oppressa, è l’erede del liberalismo.
E’ necessario che tali tesi costituiscano una traccia per l’azione politica di una forza di sinistra, invece di discutere sulle alchimie delle alleanze elettorali, in quanto il nostro paese, nella fase storica attuale, ne ha estremamente bisogno per il degrado sociale, culturale, politico, istituzionale in cui si trova. Esistono sicuramente delle zone d’Italia più fortunate, dove i servizi, anche quelli pubblici, funzionano, ma queste sono sempre meno, anche grazie ai massicci tagli operati da questo governo nei confronti degli enti locali.
Il nostro è un paese profondamente immorale e la classe politica di sinistra che doveva interpretare l’istanza moralizzatrice, quella di cui parlava Rosselli, ha profondamente tradito questa missione. Oggi siamo governati da dei rappresentanti politici molte volte collusi con il potere criminale mafioso, camorristico o quant’altro, mentre l’opposizione è rappresentata il più delle volte da degli incapaci che parlano di riforme in nome dell’”interesse del paese”, ma vivendo ormai lontani da troppo tempo dal paese reale, non sanno di quali riforme veramente questo necessiti.
Il paese reale ci parla di situazioni troppo spesso difficili fatti di miseria umana, culturale ed economica, nelle quali le persone sono relegate in una sorta di isolamento sociale, in cui il senso di abbandono e di disperazione diventa insopportabile. Pensiamo alle periferie degradate del sud d’Italia, a quartieri come quello di Scampia a Napoli, dove lo Stato è completamente assente e la camorra gestisce indisturbata il traffico degli stupefacenti e anche delle armi, mentre il patito democratico discute sull’opportunità o meno di stringere un’alleanza con una forza politica come l’UDC, di cui molti dirigenti politici sono inquisiti e collusi con il potere mafioso (Totò Cuffaro, è stato condannato in appello a 7 anni di carcere dal tribunale di Palermo per favoreggiamento aggravato a Cosa Nostra, nel processo “Talpe alla Dda”. In primo grado, giusto due anni fa, Cuffaro fu condannato a 5 anni per favoreggiamento semplice e festeggiò la sentenza con cannoli e brindisi).
Il centro sinistra si arrovella su queste questioni ipotizzando la costruzione di nuovi contenitori politici che vanno da Vendola all’UDC (ultima proposta del sindaco Chiamparino di Torino), mentre il paese ci parla di casi come quello di Fathia Fikri, 43enne, marocchina, ritrovata morta nel suo modesto appartamento popolare ad Acquanegra sul Chiese, in provincia di Mantova, stroncata da un malore che aveva sottovalutato per paura di perdere il lavoro e della sua bambina di cinque anni rimasta sola in casa ad assistere per ore la madre morta; di Abellativ Strage Ed dine, anche lui di nazionalità marocchina, che dopo che i suoi quattro compagni di cella si sono addormentati, va in bagno, lega un lenzuolo al tubo della doccia e dice addio ai suoi 27 anni; della cacciata dei “neri” da Rosarno, sfruttati dai “datori di lavoro” e “alloggiati” in capannoni dimessi, veri e propri monumenti alla disumanità; di Giovanni D’Angelo, 29 anni, uno delle tante vittime della malasanità, che dopo un infarto, scambiato dai medici per uno strappo muscolare, è deceduto poco dopo che i medici lo avevano rimandato a casa con un antidolorifico; di Stefano, 42 anni, in cassa integrazione, con due figli a carico, la moglie anche lei disoccupata e con il mutuo della casa da pagare; del drammatico crollo della casa della famiglia Bellavia di Favara che ha sollevato un velo sulla situazione di tutti i centri storici della Provincia di Agrigento, con le amministrazioni pubbliche che discutono su come dare alloggio alle famiglie delle case sgomberate e su come sistemare la precaria situazione di tante case a rischio crollo in quella zona. Come forza di sinistra quali risposte si danno al mondo del lavoro che è in gran parte smantellato, privo di tutele, garanzie, prospettive e rappresentanza politica sindacale seria ? Che proposte si avanzano sul delicato tema delle politiche d’integrazione dell’immigrazione? Come crede di affrontare il problema del sovraffollamento delle carceri? Che politiche abitative promuove soprattutto per i soggetti più deboli? A fronte della crescente disoccupazione, quali proposte si hanno per un piano di riconversione aziendale per le aziende che intendono interrompere la propria attività produttiva?
Una forza di sinistra per essere credibile deve ricominciare con umiltà dal territorio, intercettarne i problemi, coinvolgere le persone, promuovere dei tavoli tecnici per analizzare le situazioni e sviluppare possibili proposte di soluzione ai problemi concreti, preoccupandosi poco del consenso elettorale in quanto questo è la naturale conseguenza della credibilità che una forza politica ha nella misura in cui si spende veramente per una causa di giustizia sociale. Altrimenti che cosa è la politica?

Antonio Sammartino
Nuovo Partito d’Azione – Regione Toscana
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martedì 26 gennaio 2010

Due Comunicati Stampa del Nuovo Partito d'Azione


Solidarietà ad Emma Bonino.
Il Nuovo Partito d'Azione vuole esprimere la sua piena solidarietà ad Emma Bonino, dopo gli inqualificabili attacchi alla sua persona mossi dalla stampa vicina alla destra.
Temiamo che questi signori (se così si possono qualificare) non avendo argomenti politici da contrapporre alle riconosciute qualità intellettuali ed operative della Bonino, capace di farsi apprezzare a livello nazionale e continentale durante la sua missione di Commissario europeo, hanno scelto di usare i mezzi della demonizzazione e della calunnia nell'ennesimo tentativo di infangare l'immagine dell'avversario; attività in cui sono diventati da tempo maestri.


Solidarietà al giudice Tosti
Il Nuovo Partito d’Azione, memore delle lotte per il diritto, la democrazia, la laicità che hanno caratterizzato la grande esperienza dell’azionismo e segnato in modo indelebile la Carta Costituzionale della nostra Repubblica, denuncia la resa definitiva delle forze politiche italiane alle pretese egemoniche del Vaticano ed esprime tutta la sua convinta solidarietà e vicinanza al giudice Luigi Tosti, vittima dell’ intreccio perverso delle reciproche convenienze, che, da cittadino libero e da uomo di legge, ha combattuto con estremo coraggio una battaglia solitaria per la riaffermazione dei principi posti a base dello Stato italiano e dell’Unione Europea.
Il provvedimento di radiazione assunto dal Consiglio Superiore della Magistratura, non tenendo nella giusta considerazione le motivazioni del giudice e disattendendo la sentenza della Corte europea dei Diritti Umani, recentemente pronunciatasi sull’illegittimità dell’esposizione di simboli religiosi negli edifici pubblici, è la prova del tasso di inquinamento confessionale, di confusione e di opportunismo, che ormai domina l’insieme dei funzionari dello Stato e dei rappresentanti del popolo.
Nel generale declino culturale della Seconda Repubblica, nel progressivo allontanamento e isolamento della Nazione dagli ideali di libertà e di giustizia, di pluralismo e di rispetto delle minoranze che connotano la Civiltà europea, il Nuovo Partito d’Azione, certo di interpretare e di rappresentare le più profonde esigenze del Popolo italiano, si pone alla testa di una sempre più urgente ‘rivoluzione democratica’, e chiama tutti i cittadini onesti e consapevoli dei rischi che incombono all’impegno per una riscossa civile e per una rinascita dello Stato di diritto.


domenica 3 gennaio 2010

NUOVO PARTITO D’AZIONE, INTERVISTA AL SEGRETARIO NAZIONALE QUARTANA




Segretario, una battuta giusto per rompere il ghiaccio. Come sigla, l’NPA ricorda il quasi omonimo MPA… “Ah, il partito siciliano di Lombardo… Spero che nessuno faccia confusione: il nostro era una partito che non aveva rappresentanza malgrado una storia rilevante. All’inizio forse neppure noi credevamo in una rinascita – o resuscitazione – ma ce l’abbiamo fatta. E non che fossimo i soli a cullare tale progetto, anche potenti realtà finanziario-economico-editoriali lo avevano in mente… forse noi abbiamo avuto il vantaggio e il merito di rispettare la nostra storia, il nostro passato, i nostri valori. Dopo sessanta anni, rieccoci!”.
Ritorna dunque a vivere un partito storico. Lei ne ribadisce passato, valori e una tradizione che si potrebbe definire gobettiano/liberale. “Sì, è così. E’ nella nostra storia la credibilità del nostro progetto politico: in sintesi potremmo definirlo come , una formula che supera concettualmente esperienze come i girotondi, Pancho Pardi, lo stesso Di Pietro. Dall’IDV ci divide parecchio: lui è considerato un Masaniello mentre noi rifiutiamo l’idea stessa del giustizialismo alla quale sostituiamo quella di … che senza remore né falsità potrei definire ”.
Però, un giudizio netto. “Diciamo che ci lasciano perplessi alcuni aspetti dell’IDV. Se non proprio incoerenti, forse potremmo definirli contrastanti. Ma non ci interessa parlare degli altri”.
Giusto. Torniamo all’NPA e alla sua caratterizzazione di . “Per essere chiaro: più riformista fra i radicali e più radicale fra i riformisti”.
Insomma, dobbiamo incasellarvi a sinistra. “Però prima chiediamoci cosa sia essere di sinistra. Se per molti Sinistra è sinonimo di comunismo, per noi assolutamente no. Ed è questo, paradossalmente, il nostro più grosso problema: non essere incasellabili visto che abbiamo estrema facilità di rapporti ma difficoltà di alleanze. Se teniamo conto che non ci interessano poltrone (piccole e grandi); che siamo depositari di una storia politica incontaminata; e che siamo oltre la socialdemocrazia senza essere né comunisti né marxisti, ecco spiegata la difficoltà del metterci nella famosa casella. Dalle alleanze precedenti siamo usciti, ad esempio da Sinistra e Libertà. Tuttavia è innegabile il nostro ruolo di filtro, di elemento decodificatore di tutto quello che sta accadendo nella Sinistra italiana, molto più che divisa… la nostra facilità di rapporti e dialogo dovrebbe essere tenuta a mente”.
Ma quanto vale in percentuale il Nuovo Partito d’Azione? “Avendo presente che siamo ancora in fase di organizzazione e che la nostra operatività risale appena al 2006, potremmo tranquillamente valere l’1%. E forse di più se valutiamo la nostra cultura di governo che ci ha spinti a prendere a cuore un tema davvero delicato per il nostro Paese: il debito pubblico”.
Avete una ricetta particolare? “Sì, la patrimoniale”.
Bè, non è una novità, ne parlava anche Bertinotti. “Sì, ma poi l’argomento è caduto nel dimenticatoio. Per noi è uno strumento decisivo… Più esattamente dovremmo definirla ”.
Ce la spieghi. “Va applicata a patrimoni familiari a partire da 400mila euro. La prima aliquota è pari a 0,25% e le altre salgono con l’aumentare del patrimonio. La fascia massima è quella che verrà imposta a patrimoni familiari da 4 milioni di euro. L’idea è che il 10% più ricco d’Italia attui una sorta di filantropia forzata senza tuttavia vedersi alienata la proprietà… è come se venissero fuori tanti Bill Gates che con fondazioni, sovvenzioni, ecc. arrechino beneficio a chi sta dalla parte opposta della piramide”.
A parte la valutazione del resto della politica nazionale, il limite è quello dei furbetti, degli evasori… “Dobbiamo avere tutti chiaro che il sistema mondiale - non solo italiano - sta precipitando verso un modello insostenibile dove avidità, ingordigia, eccessi smodati stanno creando squilibri economici, finanziari, demografici, ambientali. Davanti a una situazione del genere, occorre invertire la tendenza… Per i furbetti o gli evasori una regola semplicissima: chi evade va in galera!”.
Uno dei mali nazionali è che si fa troppa e poca . Ne discende una terribile mancanza di visione di medio-lungo periodo. “Sono d’accordo. La politica italiana è indietro anche nelle cose più banali… e alla Sinistra manca un ragionamento semplice che eviti di inanellare sconfitte. Proponiamo un fronte comune - al di là delle sigle e del nome che si darà - dove si possa lavorare tutti insieme anche se mantenendo la propria individualità. Ai dirigenti della Sinistra chiedo: ma non vi accorgete che con un governo conservatore si va incontro allo sfascio epocale? Se l’orizzonte è quello del cambiamento di tipo economico, finanziario, demografico, ambientale, ebbene la ricetta dei conservatori in ogni parte del mondo è perdente!”.
Una proposta contro lo spreco della politica italiana. Anche a costo di passare per qualunquisti. “Più di una: taglio del 70% degli stipendi per deputati, senatori, consiglieri regionali, ecc. Rivedere, ma in modo serio, i finanziamenti pubblici e i rimborsi elettorali. Abbassare gli stipendi degli europarlamentari italiani e attribuire un plafond di 3mila euro mensili solo alle cariche politiche più alte. Ecco, nelle idee, l’intransigenza giacobina!”.
Ultima domanda, le alleanze. Anche in vista delle Regionali di primavera.“Non ci impegneremo! Staremo alla finestra: nessuno a Sinistra ha le carte in regola, dunque non daremo il nostro appoggio nemmeno dall’esterno. Il rischio di essere poco visibili? Non ci sono partiti in lizza, solo capipopolo, soprattutto al Sud”.
Alfonso Palumbo

Foto Prismanews: Il prof. Pino A. Quartana, segretario nazionale e co-fondatore dell’N.P.A. dal 2005, anno della rinascita