domenica 14 marzo 2010

Un progetto di società e un programma d'azione politica per una Sinistra che ha smarrito se stessa

"Il funzionamento di una democrazia politica è incompatibile con l'esistenza di un oligarchia economica nel suo seno... è altresì incompatibile con la persistenza di eccessive disparità rconomiche tra i cittadini...Occorre perciò riformare il regime della proprietà e il diritto ereditario. La resecazione delle disparità eccessive di ricchezza non implica la rinuncia al principio della disparità delle retribuzioni...L'esigenza di eguaglianza economica è da noi intesa essenzialmente come eguaglianza -nella massima misura possibile e utile- nelle condizioni di partenza, cioè come attribuzione di pari possibilità iniziali di successo all'iniziativa di tutti i cittadini. Questo criterio tende ad essere un c o r r e t t i v o della t a r a iniziale dell'economia liberistica: la quale iniziò il suo ciclo su una base di ricchezze-ereditate dai precedenti regimi economici e politici - troppo inegualmente ripartite...L'opera di ricostruzione dovrà iniziarsi con un grande provvedimento che dia a tutti il senso preciso del nuovo clima di giustizia: non basta però che un provvedimento sia ispirato ad una giustizia astratta: occorre che sia equo, che non distrugga ricchezze, che sia economicamente progressivo..."

Così scriveva Riccardo Lombardi nel 1945, illustrando il programma del Partito d'Azione (Il Partito d'Azione. Cos'è e cosa vuole, I ristampa,maggio 1945 )
Bisogna rammemorare questo alla sinistra, perché i suoi programmi non continuino ad essere insipidi e senza mordente, riducendosi all'amministrazione dell'esistente, senza una prospettiva di cambiamento, del tutto in ciò simili ai programmi della destra.

13 commenti:

  1. Giuseppe Schembari
    condivisibili i principi, debole il mezzo...

    Renata Platania
    Sono in attesa di poter dare fiducia a un partito che onestamente e chiaramente metta al centro del suo programma una convincente prospettiva di cambiamento.

    Andrea Cabassi
    La sinistra ha smarrito sè stessa perché si è, troppo spesso, appiattita ed ha condiviso politiche neoliberiste.
    La sinistra non ha compreso bene cosa signficasse l'avvento di Berlusconi. A tutt'oggi non esiste uno studio serio e rigoroso che lo spieghi. Le inchieste saranno interessanti, ma se non si parte da un'analisi concreta, reale dei cambiamenti avvenuti del modificarsi delle classi sociali non si riesce a far nessun progetto di società.
    Però oggi la sinistra ha un compito preliminare a tutto: cercare di salvare quello che rimane della democrazia fatta a brandelli da B. Oggi la sinistra ha il compito etico di impedirgli di distruggere quello che ancora non è stato distrutto ed andare a fondo nello scontro senza avere timore. Deve recuperare, in questo campo, un sano estremismo. Solo in un secondo tempo possiamo pensare al modello di società e chiederci come e se potrebbe esserci un socialismo del XXI secolo e quanto e come le parole di Lombardi possano essere attualizzate. Senza farci illusioni, sapendo che le utopie non esistono, ma possono, come la teoria delle illusioni leopardiana, motivare e portarci ad agire. Ringrazio Vic Esposito per avermi taggato e mi scuso se, per caso, sono andato fuori tema

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  2. Vincenzo Zamboni
    condivisibile: condivido. Giuseppe dice che è debole il mezzo: non saprei, trattandosi di attività i mezzi diventano ciò che ne facciamo noi. un gruppo umano, un partito, una associazione, sono cose vive, come scatole che si riempiono di ciò che vi mettiamo dentro. Sono favorevole ad una rinascita politica totale, previo ripudio completo della partitocrazia della guerra: bisogna ricominciare da capo, con scatole nuove, da ricominciare a riempire con ciò che servele scatole vecchie, i partiti fascistizzati che stanno al governo e in parlamento, a questo punto sono assolutamente da buttare via, per sempre. Non sono disposto a collaborare con una finta democrazia criminale e assassina , oltre che rapinatrice. Palla al centro, tutto da capo.

    Vincenzo Zamboni
    non dimentichiamo che politici e partiti sono nostri impiegati, nostri dipendenti: non i nostri padroni.
    è andato completamente perso il senso di cosa sia la politica, ormai si comportano come i , qualcosa che non ha nulla a che fare con la democrazia. Negli Usa, le multinazionali pagano entrambi i concorrenti alla casa bianca, in modo che chiunque vinca debba loro qualcosa, la restituzione del favore.
    qualcosa di estremamente simile è accaduto nella nostra ormai solo finta democrazia: è stata svuotata,stravolta, anche a sinistra. Palla al centro, si ricomincia se lo si vuole.


    Giuseppe Schembari
    il mezzo va valutato anche in base alle attese di successo nella competizione elettorale. C'è bisogno di un progetto che accorpi diverse esperienze, non di un nuovo soggetto...:-))

    Fabio Ruta
    Io penso che in Italia occorra riattivare quel fiume carsico laico, libertario, progressista: facendolo uscire dal minoritarismo. Per questo spero che la galassia radicale e quella socialista, i verdi, la componente laica del PD trovino al più presto forme di convergenza. Ci vuole una "lobby" buona che condizioni l'intero centrosinistra sotto un profilo politico e culturale. Il partito d'azione è una bella ispirazione, ma non lo strumento (o almeno non il solo) per l'oggi.

    Giuseppe Giudice
    manca la parola socialismo e non è cosa da poco. Cercare di ricostruire una sinistra senza socialismo ma che non perde tempo nel rivangare le proprie radici liberali è cosa che non mi appassiona per niente.
    Mio nonno veniva dal P d’A : oltre il 70% di esso aderì al PSI. La minoranza al PRI. Tra il socialismo libertario di Lombardi e Foa ed il radicalismo borghese di La Malfa non c'era evidentemente possibilità di sintesi. Questa è la lezione della storia. Del resto Giustizia e Libertà nacque per combattere contro il fascismo (anche se poi Rosselli ne diede una connotazione fortemente socialista). Finito il fascismo le due anime si separarono.

    Pia Piga
    Condivido in pieno quanto sostiene l'amico Fabio Ruta, non dobbiamo inoltre scordare che in questo momento stiamo in un sistema maggioritario e questo purtroppo condiziona fortemente la sostanziale affermazione di nuove formazioni politiche. Non per questo si deve rinunciare all'impegno in tal senso, "le idee camminano con le gambe degli uomini" e una volta individuato il percorso per quanto lungo e difficoltoso possa essere è necessario portarlo avanti.

    Massimo Veltri
    Convogliare forze lai che e progressiste con vocazione maggioritaria. Rompendo schemi e vincoli incrostati. Che fare perché ciò avvenga? In tempi utili, ovviamente.

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  3. Due segnali positivi in questo senso ci sono stati: la candidatura di Emma Bonino nel Lazio e il successo dell'outsider Ignazio Marino alle primarie PD. L'impostazione della Rosa Nel Pugno andrebbe ripresa ed estesa, magari evitando che divenga un soggetto politico chiuso e ristretto ma pensandola come una rete di "link" a realtà differenziate. Occorre una semina politico-culturale prima di un raccordo organizzativo che - necessariamente - si dovrà realizzare.

    Pia Piga
    ...e non dimentichiamo il lavoro quotidiano sul territorio che mi dispiace dire , da troppo tempo è stato abbandonato e spesso lasciato ai signorotti della politica in una logica di clientele e particolarismi che hanno nuociuto non poco al sistema democratico.

    Vincenzo Zamboni
    internet è una forma di lavoro sul territorio: un territorio esteso in modo imprevedibile, ma territorio reale, e disponibile a tutti.............

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  4. Vic Esposito
    A Giuseppe Giudice vorrei osservare che il socialismo moderno è liberal-socialismo ed è questa la cifra ideologica unificante molte tradizioni diverse per origine ed esperienza, che possono - e d e v o n o- concorrere ad un cambiamento a 360 gradi della politica interna e internazionale. Invece di continuare a discutere sulle rispettive carte di identità e sui propri stemmi araldici è l'ora di rendersi conto del momento storico che stiamo vivendo, della follia politica che a livello mondiale lega lotta al terrorismo e crisi finanziaria e ha prodotto due guerre interminabili e inutili, disoccupazione, perdita di diritti e miseria, e, in Italia, ha determinato il ritorno della destra e le fortune politiche di Berlusconi (che di questa politica è espressione organica).
    Il Nuovo Partito d'Azione intende essere soltanto una parte di un fronte indirizzato alla svolta e al cambiamento, rinnovando una tradizione -una tra le altre- e una grande esperienza di passione e di idee che ha contribuito sessant'anni fa alla rinascita dell''Italia libera. Il problema oggi, però, è quello di mettere da parte ogni spirito di competizione reciproca e di unirsi, come si dice, su una piattaforma comune, avendo l'energia e la capacità di risvegliare gli italiani da un sogno quietistico, che fa apparire normale la demagogia di un uomo che progetta 'grandi opere' miliardarie, assicura che non metterà 'le mani nelle tasche degli italiani' (con un debito pubblico a cifre astronomiche), mentre le fabbriche chiudono, si delocalizzano, licenziano, una generazione di giovani è senza lavoro -anche se emigra- e la striscia della povertà si dilata in proporzione all'aumento della ricchezza di spregiudicati speculatori e di cricche affaristiche di corrotti e di corruttori.

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  5. Giuseppe Schembari
    Fabio ha ragione, a mio avviso... mi piace anche il riferimento all'idea liberal-socialista di Vic, che è qualcosa di diverso dell'impasto ideologico mal riuscito del PD. Secondo me dovrebbe essere proprio la Bonino a guidare il nuovo soggetto...

    Fabio Ruta
    Sarebbe bello se venisse partorito in rete un manifesto per l'unità della sinistra laica, socialista, radicale, verde, democratica e se si facesse una assemblea nazionale "autoconvocata", invitando i leader di questa preziosa e frammentata area politica. Condividio anche io la modernità della ispirazione liberal-socialista, che va aggiornata con elementi i un ecologismo moderno e riformista.
    ALCUNI SPUNTI
    POLITICHE ECONOMICHE, SOCIALI, AMBIENTALI

    1) Welfare to work e flexsecurity
    2) cultura del merito e equità sociale
    3) ammortizzatori sociali universali e formazione continua
    4) tutela degli outsider e delle professioni intellettuali e sociali (troppo spesso la sinistra ed i sindacati si qualificano per la tutela di categorie gà rappresentate e "pesanti", "tradizionali": non riuscendo a interpretare e rappresentare a sufficienza i nuovi lavori nella società della conoscenza e della modernità)
    5) difesa della laicità dello stato e delle sue istituzioni
    6) promozione e tutela dei diritti delle coppie e delle persone omosessuali, lesbiche, transessuali (matrimoni gay, adozioni, ecc.).
    7) promozione di una legge laica su testamento biologico e fine vita
    8) difesa della libertà di cura e delle ricerca scientifica
    9) politica antiproibizionista sulle droghe
    10) abrogazione della legge 40 sulla fecondazione assistita
    11) divorzio breve
    12) RU486
    13) promozione della green economy in tutte le sue forme ed applicazioni
    14) rottamazione edilizia e tutela del patrimonio artistico, architettonico, urbano
    15) tutela dei diritti dei migranti e promozione di una politica di accoglienza e integrazione basata non su un approccio demagogico ma su interventi finalizzati e sul rispetto dei principi dello stato di diritto

    16) riforma della giustizia e attenzione al problema carcerario (sovraffolamento, suicidi, ecc.)

    17) riforma della rai - tv in senso antipartitocratico, a favore di un vero servizio pubblico
    18) riforma della legge sui referendum con abolizione del quorum
    19) federalismo solidale
    20) abrogazione dell'articolo 7 della costituzione e del concordato

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  6. Giuseppe Schembari
    se per ecologismo moderno non si intendono le posizioni estremiste dei Pecoraro-Scanio va bene :-))))

    Fabio Ruta
    Assolutamente no, per questo ho inserito la precisazione. Mi riferisco al modello di Europe Ecologie.

    ;-)... vedo che le idee non mancano...:-))

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  7. Vic Esposito
    Se tutti gli amici che seguono questa nota ci dessero un contributo già potrebbe configurarsi un nodo di rete che va oltre le personali appartenenze.
    Personalmente condivido in toto gli spunti di Fabio, sottolineando che viviamo in un'epoca in cui l'obiettivo del 'pieno impiego' si allontana , qualunque sia il tasso di crescita di un'economia, ed è necessario pensare ad un sorta di 'reddito di cittadinanza' per chi non ha lavoro o lo perde e a consistenti sussidi di disoccupazione per chi rimane temporaneamente fuori. Ciò richiede un forte impegno della spesa pubblica. L'altro grosso problema è l'abbattimento del Debito Pubblico che deve essere al più presto riportato a un 60% del Pil, deve essere, cioè, dimezzato. Questo non è possibile senza toccare in modo consistente i grandi patrimoni e tassando, proporzionalmente in più, i redditi alti (le imposte devono essere diminuite sotto una certa soglia, non indiscriminatamente). Infine, ritengo che sia necessario, con la gradualità opportuna, rivedere il diritto successorio, ridimensionando posizioni familiari in base al principio-guida delle pari opportunità iniziali dei cittadini.

    Giuseppe Schembari
    Più che tassare i grandi patrimoni si dovrebbe tassare chi non paga... è illusorio risolvere tutto facendo leva sulla fiscalità come si è sempre fatto. Ciò non rientrerebbe negli obiettivi di una formazione LIBERAL-socialista. Bisogna rendersi conto, almeno, che per aumentare le tasse bisogna prima rendere credibile la macchina della burocrazia in Italia. Se è vero che nel nord Europa il livello della tassazione non è meno alto di quello italiano è vero anche che la gente paga "volentieri" perché riceve in cambio dei servizi. La differenza non è poca... Sul diritto di successione non possiamo pensarla come i marxisti caro Vic... Penso che non sia giusto far pagare una tassa ai figli per l'eredità di un appartamento a Senigallia (non costa meno di 250.000 euro). Non si può dimenticare nemmeno il nostro welfare squilibratissimo verso gli anziani... non mi sembra giusto mandare la gente in pensione a 57 anni (se non ha fatto lavori usuranti) e dare alle neo-mamme solo 5 mesi di "maternità" o ai giovani con un lavoro precario nessun "paracadute" in caso di perdita del lavoro. Vic più che liberale mi sembra troppo socialista...:-)))))

    Oscar Contino
    Bisogna tornare a pensare in grande, solo così questo Paese può rinascere.

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  8. Vic Esposito
    I problemi che ho posto sono di principio. Si può poi discutere ampiamente per individuare le soglie (che mi raffiguro come molto alte e rispettose del lavoro che i genitori fanno anche cercando di dare un vantaggio ai loro figli), seguendo l'avvertimento di Lombardi per cui i provvedimenti che mirano alla giustizia sociale, non devono essere "ispirat(i) ad una giustizia astratta: occorre che sia(no) equ(i), che non distrugga(no) ricchezze, che sia(no) economicamente progressiv(i)..."
    Che misure di questo tipo appartengano esclusivamente alla tradizione marxistica non è vero (vedi il 'Manifesto del liberalsocialismo' di Calogero e Capitini, che marxisti non erano). E poi non è una questione di etichette e di nominalismi. Bisogna chiedersi se è bene farlo, se è giusto farlo, se è utile farlo.
    Ricordo che anche Luigi Einaudi distingueva la questione del mercato -che deve essere libero (ma libero, oggi, non è) per funzionare bene- dalla questione della distribuzione del potere d'acquisto, su cui si può o non si può intervenire, a seconda della volontà dello Stato, cioè della volontà dei cittadini che i parlamenti e i governi rappresentano.
    Ora, questo sistema, basato su un'eccessiva sperequazione nel possesso della ricchezza (e, quindi, del potere di influenza su ogni settore della vita sociale: politica, giustizia, informazione ecc), ha dimostrato, con questa depressione tra le più gravi della storia, di cui non i grandi proprietari, i detentori di grosse rendite, i banchieri, i finanzieri, i manager, ma i cittadini lavoratori e i ceti più deboli pagano le maggiori conseguenze, di non funzionare e di generare patologie.
    Va, dunque riequilibrato in maniera energica e, insieme, democratizzato.
    La questione dell'evasione fiscale è un aspetto di questo regime asimmetrico e sperequato che in nome di un ideale astratto di libertà consente tutti gli abusi (la libertà che può valere veramente per tutti è la 'libertà giusta'): finora è stata ipocritamente tollerata e non considerata come un delitto contro la società -parlo della grossa evasione- sanzionabile con le pene più severe (si preferisce, magari, istituire il reato di clandestinità).
    Quanto al cattivo funzionamento dei servizi è un problema a parte e il discorso potrebbe addirittura essere rovesciato: perché la burocrazia dovrebbe accrescere gli standard di efficienza in un sistema che non garantisce, nei fatti, parità di diritti ai cittadini, che non premia il merito, che non distribuisce equamente la ricchezza, che consente abusi, speculazioni e sperpero di danaro pubblico?
    Si rigeneri un 'clima' di legalità e di giustizia, si restituisca dignità a tutti i cittadini, anche ai più umili, e i servizi funzioneranno sempre meglio, si libereranno nuove energie, oggi represse e soffocate, e soprattutto si dimostrerà che virtù e meriti sono molto più distribuiti tra i cittadini e, in particolare tra i giovani, di quanto non vogliano far credere questi quattro o cinque 'padroni del vapore', che se li arrogano tutti a sé e che prosperano, invece, 'con i soldi degli altri', essendosi rivelati incapaci di assolvere a quella funzione sociale, che solo giustifica il successo e la maggiore fortuna economica.

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  9. Giuseppe Schembari
    E no caro Vic... non puoi pretendere di dire ai cittadini "pagate più tasse che il sistema funzionerà meglio"... è la pubblica amministrazione e la politica che devono dimostrare di saper cambiare registro... tocca a loro restaurare quel clima di fiducia che manca tra i cittadini onesti. Le promesse di un mondo migliore a base di aumenti di tassazione sono finiti...

    Fabio Ruta
    Il problema non è solo "quanto" pagare di tasse. Bisognerebbe creare una visibile connessione - oggi difficile da riscontrare - tra prelievo fiscale e servizi di qualit... Mostra tuttoà offerti. Nel pubblico impiego occore poi sbarazzarsi delle presenza invadente dei partiti: è questo il primo passo per il rilancio e la riqualificazione del sistema pubblico. La leva fiscale va utilizzata con equità, ma non è possibile che a pagare sempre e di più siano i lavoratori dipendenti (con il prelievo diretto in busta paga). O si trova il modo di fare pagare chi evade o è giusto abolire il prelievo diretto anche per i dipendenti. Inoltre bisogna responsabilizzare le regioni affinché abbiano bilanci sobri e non vi siano sacche eccessive di spesa ingiustificata e clientelare.


    Giuseppe Schembari
    sono pienamente d'accordo con Fabio... è un discorso molto diverso da quello di Vic. Non si può iniziare con il dire "tu, contribuente ricco, intanto paga di più e taci... "

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  10. Vic Esposito
    Caro Giuseppe, dunque, la giustificazione della tassazione, sui patrimoni e sui redditi, secondo il tuo parere -che peraltro è quello di gran lunga prevalente, fino ad essere diventato senso comune- è solo quella di vedersi restituito dallo Stato l'equivalente di valore sotto forma di servizi: un 'quid pro quo', un 'do ut des', che rimanda ad una ideologia individualistica e anarchica.
    Ma lo Stato non è un soggetto esterno e una controparte dell'individuo: è l'organizzazione giuridica e politica di una società di individui, che accettano di regolare secondo legge le reciproche relazioni, a partire da quelle economiche. In particolare, nello Stado democratico la legge viene stabilita secondo la volontà della maggioranza, con la garanzia per la minoranza che la sua volontà possa nel tempo diventare maggioritaria e con il riconoscimento ai singoli individui di uno spazio privato-il più ampio possibile e compatibile- protetto dalle ingerenze statali. L'individuo, cioè ha valore -il massimo valore- all'interno della società, non fuori di essa, nella sua irrelata e anarchica naturalità.
    Detto questo, è chiaro che l'individuo-cittadino si aspetti che il governo dello Stato di cui è parte impieghi al meglio le risorse provenienti dalla tassazione e destinate alla prestazione di specifici servizi (l'istruzione, la sanità, i trasporti ecc.), assicurando funzionalità ed efficienza. Ma il funzionamento dei servizi è un problema a sé e il cittadino non può condizionare il tributo dovuto a questa pur legittima e sacrosanta aspettativa. Sono cose diverse.

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  11. -segue
    Se lo Stato è indebitato fino al collo, la tassazione deve essere finalizzata (e ridimensionata) al risanamento finanziario, che è interesse di tutti. Se il sistema economico espelle dal mercato del lavoro un numero crescente di cittadini, se ci sono centinaia di migliaia di cittadini -giovani e anziani- senza un'abitazione stabile e decente, se la fascia della povertà si estende nel tempo stesso che aumenta a dismisura la ricchezza di pochi privilegiati, le risorse raccolte attraverso la tassazione devono essere impiegate, unitamente a tutte le altre possibili misure, per risolvere questi problemi e assicurare un maggior equilibrio sociale.
    Perché i ricchi e i super ricchi non dovrebbero sopportare il maggior peso di queste politiche di riequilibrio (mentre non ci si fa scrupolo di chiedere - e secondo me a ragione- ai lavoratori di prolungare di anni il periodo di lavoro posticipando la data del pensionamento)? Se sacrifici si devono affrontare, bisogna che ciascuno se ne sobbarchi il carico in proporzione alle sue capacità economiche, aiutando chi ha e può meno (come avviene nelle buone famiglie).
    Ma il principio della progressività delle imposte è andato sempre più perdendosi e si è annacquato.
    Io dico: diminuire le imposte sotto una certa soglia di reddito; aumentarle al di sopra di un'altra soglia: non come vorrebbe la corporazione dei cittadini abbienti abbassarle a tutti in modo indiscriminato, in nome di un astratto ( e rovesciato) principio di uguaglianza, che è, in realtà, il modo di perpetuare il privilegio dei pochi.
    Infine, un corollario. Noi siamo culturalmente legati all'idea protestante dell'individuo che costruisce la propria fortuna e il proprio successo, con il proprio lavoro, per proprio merito, per proprie capacità (e magari per predestinazione divina) e dimentichiamo che senza la società, senza il lavoro degli altri l'individuo non sarebbe e non potrebbe niente. A maggior ragione quest'idea non vale in una società a basso tasso di legalità com'è la nostra, in cui le vie del successo sono spesso altre.
    Ovviamente non voglio togliere nulla all'iniziativa, all'intelligenza, al coraggio di chi si mette in gioco e fa fruttare i propri capitali -imateriali e immateriali- per ascendere economicamente e socialmente, rendendo un pari servigio all'intera società. Ma di fronte a casi meritevoli come questi ci sono ampie aree di parassitismo sociale, che vanno ristrette con determinazione. Ci sono fortune accumulate attraverso l'uso distorto dei finanziamenti pubblici o in modo speculativo, utilizzando 'i soldi degli altri' (Luciano Gallino), perché questi imprenditori che non investono, non danno lavoro e spesso bruciano capitali o evadono e li esportano all'estero non dovrebbero restituire alla società, che ha consentito loro di arricchirsi, parte del maltolto?

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  12. Massimo Veltri
    Quando la politica non si è attrezzata al dopomuro, alla globalizzazione, al postfordismo, all'informatica... il mercato, dico di più: la finanza, l'immateriale, hanno prevalso. E se prima in buona misura poteva parlarsi di ruolo "cibernetico" della politica (A. Giddins) si è passati a una funzione ancella e minoritaria. In cui i processi sociali, culturali e economici sono lasciati a dinamiche darwinistiche mentre la politica stenta a fare i conti con l'ordine mondiale mutato, con l'informazione invasiva e pervasiva, con nuovi timori accanto ai soliti, con questioni energetiche e ambientali di grande portata... e non ha strumenti nè culturali nè organizzativi. Far riferimento, perciò, a ri-distribuzione della ricchezza, pari opportunità, chiudere la forbice fra le stridenti contraddizioni... è sì un imperativo. Ma se e solo se la politica saprà riacquistare connotati e elementi oltre che di autorevolezza anche di appeal. Non vedo, oggi, francamente come.

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  13. Pietro Ancona
    Mi sono commosso fino alle lacrime a leggere quanto scriveva Riccardo lombardi, parole che andrebbero scolpite nel granito e costituire sempre l'anima e l'intelletto dei socialisti e delle persone di sinistra.
    Il programma esposto da Lombardi è sempre valido e lo sarà ancora di più nel futuro. Il tradimento delle due oligarchie socialista e comunista ci hanno gettato in fondo ad un pozzo. Ma rivedremo la luce!
    Grazie a Vic per il ricordo. Pietro

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