lunedì 16 novembre 2009

'Processi brevi per i corruttori', non per i clandestini...


Basta!
Il governo Berlusconi, sostenuto da falsi democristiani, falsi liberali, falsi socialisti, falsi repubblicani, confluiti tutti nel Popolo della Libertà, si muove contro la legalità costituzionale, voltando le spalle e di fatto contestando, in un gioco sempre più scoperto, la validità dei principi su cui si fonda lo Stato repubblicano sorto nel 1948.
Se non avremo la capacità di persuadere all’uso della ragione questa eterogenea, seppur compatta, maggioranza parlamentare, che sembra correre sempre più frettolosamente verso il punto di rottura di un equilibrio fin dall’inizio alterato , lo Stato collasserà e la parola passerà allora solo alla forza.
Chi in questo Stato si riconosce e non accetta la menzogna propagandistica di una presunta ‘costituzione materiale’, che si sarebbe sostituita alla ‘costituzione formale’, tuttora vigente, come norma suprema e regolativa della vita civile, non ha alcuna riserva sulla legittimità della maggioranza e del Governo e sul loro diritto di legiferare e di governare.
Non accetta, però, non può accettare, che il consenso ottenuto dal voto degli elettori autorizzi il Governo a proporre e il Parlamento a varare leggi che calpestino principi fondamentali, non negoziabili, del nostro ordinamento giuridico, dell’Europa e del mondo civile.
Dopo la seconda bocciatura da parte della Corte Costituzionale degli espedienti giuridici ideati per sottrarre il Presidente del Consiglio dei Ministri, e solo lui, all’eventualità di procedimenti giudiziari, previsti e presumibilmente temuti, per la terza volta il Governo si accinge a riproporre qualcosa di simile al Lodo Alfano, o, in alternativa, intende portare al voto del Parlamento un disegno di legge sul ‘processo breve’, che potrebbe consentire agli imputati di sfuggire al pronunciamento dei giudici, sfruttando la carta della ‘prescrizione’ e che viola in modo intollerabile il principio dell’uguaglianza dei cittadini.
Tutti i sofismi, le contorsioni verbali, le reticenze, le menzogne pietose, con cui, in precedenza, questa volontà era stata mascherata, come se fosse dettata dalla necessità di tutelare le massime cariche dello Stato o dalla necessità, a tutti evidente, di una ‘riforma della giustizia’, sono crollati e le bugie, pervicacemente sostenute, per mesi, da deputati, sottosegretari, ministri, che, incuranti di perdere la faccia, hanno difeso come interesse di tutti l’interesse del Capo, hanno lasciato il posto ad una disarmante ammissione della verità.
Questa sera. a ‘L’infedele’, due giornalisti della stampa filo-governativa, in presenza del Ministro Bondi, hanno dichiarato, quasi con candore, che i provvedimenti allo studio servono soltanto per salvare Berlusconi dai processi e, in subordine, per accondiscendere alle richieste della Lega, a loro dire, molto sensibile agli aspetti ‘simbolici’ dei problemi!
Si stenta a credere a quale grado di improntitudine e di impudicizia sia giunto chi oggi si trova nell’area del potere! Il Ministro della Cultura Bondi, scimmiottando recenti esternazioni del ‘lombardiano’ Brunetta contro il ‘culturame’ (Riccardo Lombardi deve essersi rivoltato nella tomba) vi ha aggiunto una tirata delle sue contro gli intellettuali ‘radical chic’, rei di mettersi di traverso alla volontà del popolo e del suo capo.
Bene, questa sera, anche chi si ostinava a non crederci, a pensarlo e a non dirlo, o a dirlo con circonlocuzioni ed eufemismi, si è trovato di fronte ad una limpida prosopopea del fascismo. Bando, dunque, agli equivoci, perché la ‘democrazia’ del Popolo della Libertà – con l’eccezione, forse, di Fini e di pochi altri, che rischiano, però, di essere travolti – si è finalmente rivelata per quella che è: la ‘democrazia del fascismo’.
Che fu certo un governo ‘popolare’, nel quale il potere arbitrario del Capo veniva periodicamente legittimato dal consenso popolare (opportunamente manipolato dai mezzi di propaganda). Ma di esso egli, poi, si giovò per decidere, secondo il suo arbitrio, l’alleanza con Hitler, le leggi razziali e l’entrata in guerra: cose che, sicuramente, il popolo non avrebbe voluto e non volevano neanche quei ‘radical chic’ ante litteram che a questa sorta di democrazia, spuria e barbara, si opposero, pagando con il carcere, la tortura e la morte.
E del fascismo il Popolo della Libertà condivide anche un’idea di libertà che prescinde dall’uguaglianza; che rinnega il principio di uguaglianza, fondamento della Stato italiano, come di tutti gli Stati civili del mondo. Tanto che molte leggi che il Centro-Destra ha licenziato o si appresta a porre in calendario lo violano, introducendo un’ aperta distinzione tra cittadini di ceto superiore e cittadini di ceto inferiore, o magari discriminando i clandestini, in rispetto della sensibilità ‘simbolica’ della Lega.
Saremo ‘giacobini’, noi del Partito d’Azione, ma a questi mostri giuridici e politici, partoriti dalla malafede, non ci piegheremo mai.
E, questa volta, non ci sarà un altro Aventino. Giorno per giorno manterremo il campo e lo riconquisteremo insieme ai molti italiani, che, ora più che mai, sentono agitarsi dentro di sé lo spirito del Risorgimento e della Resistenza.
VEE

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